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Small objects of the most important designers on the international scene
This contained overview from the Bortolussi Collection, one of the most substantial private design collections in Europe, finds its natural setting at Palazzo Zuckermann in Padua, home of applied and decorative arts.
This exhibition opens the cycle “SML – small, medium, large”, three exhibitions united by a dimensional denominator that favors a fruition on different scales: occupation in space (surface), inter-relationship (gestural) and symbolic (anthropological).
Design has always been a discipline that has found its expression thanks to the productive industry that, with its communicative and commercial network, has spread the power of “speaking” and functional objects that take on the title of “design”for an intrinsic value that can sometimes be intangible and other times can be identified in a timely manner.
When we talk about design, we often refer to objects that contain in them characteristics of change, progress, behavior, complaints, revolutions, current affairs. Sometimes they solve problems – as is taught in design schools – sometimes they create them, but their presence can have a beneficial influence on our lives.
Design as we all know it, has always had an anthropocentric approach, born from man for man and the selection made in this small exhibition highlights this feature.
The exhibition is divided into four thematic areas closely related to the behavior of the human being: the relationship with the object – “small functions”, the repeated sequence of actions that take place with products – “small routines”, morbid needs that generate habits – “small vices”, the links between people or with objects – “small connections”.
Piccoli oggetti dei più importanti designer del panorama internazionale
Questa contenuta panoramica di oggetti appartenenti all’archivio Bortolussi, una delle collezioni private di design più corpose d’Europa , trova il suo naturale contesto presso Palazzo Zuckermann di Padova, sede di arti applicate e decorative.
Questa mostra apre il ciclo “SML – small, medium, large”, tre esposizioni accomunate da un denominatore dimensionale che favorisce una fruizione su scale diverse: occupazione nello spazio (superficiale), inter-relazione (gestuale) e simbolica (antropologica).
Il design è sempre stato una disciplina che ha trovato la sua espressione grazie all’industria produttiva che, con la propria rete comunicativa e commerciale, ha diffuso il potere “parlante” e funzionale di oggetti che assumono l’appellativo “di design”, per un valore intrinseco che a volte può risultare intangibile e altre volte invece può essere identificato in maniera puntuale.
Quando si parla di design, sovente ci riferiamo a degli oggetti che racchiudono in essi caratteristiche di cambiamento, progresso, comportamenti, denunce, rivoluzioni, attualità. A volte risolvono problemi – come viene insegnato negli istituti di design – a volte li creano, ma la loro presenza può avere un’influenza benefica sulla nostra vita.
Il design per come tutti noi lo conosciamo, ha sempre avuto un approccio antropocentrico, nasce dall’uomo per l’uomo e la selezione attuata in questa piccola mostra evidenzia questa caratteristica.
La mostra è suddivisa in quattro aree tematiche strettamente correlate al comportamento dell’essere umano: la relazione con l’oggetto – “piccole funzioni”, la sequenza ripetuta di azioni che si attuano con i prodotti – “piccole routine”, i bisogni morbosi che generano abitudini – “piccoli vizi”, i legami tra persone o con gli oggetti – “piccole connessioni”.
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